Travis Knight, USA 2016, 106'

Una potente magia aiuta il giovane KUBO a dare forma alle sue storie e ai suoi pensieri. Ma sarà soprattutto il suo coraggio ad infondergli la forza per affrontare, scortato da audaci compagni di viaggio, i misteri del suo passato e regolare finalmente una dolorosa ferita familiare.

Mini-laboratorio in classe con Chiara Verlengia

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Sinossi

“Non battete ciglio, da ora… o il vostro eroe… perirà.”

È questo il monito iniziale che sospenderà lo spettatore durante tutta la storia, perché l’avventura di Kubo è straordinariamente attraente. Siamo nel Giappone feudale, terra di uomini semplici ma anche di eroici samurai. Il temuto e divino Re Luna è stato tradito da una delle sue figlie, la quale ha dato alla luce un bambino dopo essersi innamorata di un uomo, un coraggioso samurai che avrebbe invece dovuto sconfiggere durante una missione indetta dal padre. Per questo motivo la donna, dopo essere stata allontanata dal suo amato, fugge e si nasconde in una grotta con il piccolo , lasciandolo uscire solo quando la sua famiglia originaria non lo cerca: di giorno.

Kubo, un bambino molto sensibile e premuroso, si prende cura della madre guadagnandosi da vivere come cantastorie nel vicino villaggio. La sua rara abilità, unita al potere magico trasmessogli dalla madre, gli permette di dare vita alle storie che racconta attraverso splendidi origami che si animano al suono del suo shamisen. L’eroe Hanzo, di cui narra le battaglie, sconfigge tutti i mostri inviati da Re Luna ma non vi è mai un finale poiché, all’imbrunire, Kubo corre sempre a casa.

Il giorno dell’Ōbon, la festa di commemorazione dei defunti, catturato dall’idea di poter dialogare con il padre, Kubo viene rintracciato dalle malvagie zie. Inizia così la sua vera avventura, alla ricerca dei tre oggetti che lo renderanno invulnerabile nei confronti del pericoloso casato materno. Scortato da due formidabili compagni di viaggio, sempre più consapevole delle sue origini e del suo potere personale, il giovane combattente, alla fine, sconfiggerà il re Luna e compirà nei suoi confronti un inaspettato ed esemplare gesto, degno di un vero grande eroe.

Approfondimenti

Kubo è stato realizzato in stop-motion. La stop motion è una tecnica di animazione che usa, in alternativa al disegno eseguito a mano, oggetti inanimati mossi progressivamente, spostati e fotografati a ogni cambio di posizione. La proiezione in sequenza delle immagini dà l’illusione di movimento. Il  lavoro di un animatore in stop motion è particolarmente laborioso: occorre davvero molta pazienza e tempo. Per 1 secondo di animazione bisogna scattare 24 fotografie! E in ciascuna di queste foto, il personaggio o l'oggetto inquadrato va mosso o modificato un poco. Riuscite ad immaginare quanti fotogrammi sono stati scattati per Kubo? Oltre 145.000!!

Per ulteriori approfondimenti e video sulla stop-motion: focusjunior.it

Il racconto e la memoria

Le sempre più frequenti amnesie della debole madre di Kubo, che di notte diventa,  una formidabile narratrice, le impediscono di ricordare il finale della storia del grande samurai Hanzo, suo amato e padre di Kubo, ma non le impediscono di rammentare al figlio che per la sua salvezza deve tenere a mente quotidianamente tre cose: non uscire mai al buio, indossare sempre il kimono che rappresenta il clan del padre, portare sempre con sé l’amuleto di legno del Signor Scimmia. Kubo, nel suo riuscitissimo ruolo di cantastorie narra le avventure del samurai Hanzo agli incantati spettatori dell’umile villaggio, senza donare loro un finale, perché il finale non c’è ancora. Kubo non sa se credere alla madre quando gli dice che le storie che racconta per guadagnarsi da vivere sono vere, e riguardano davvero suo padre. Le storie senza fine di Kubo e di sua madre rappresentano il preludio dell’epica ricerca verso un epilogo che possa rendere giustizia alla dura vita che il nostro eroe ha dovuto affrontare sin dalla nascita: privato dell’occhio sinistro dal nonno, isolato per non essere trovato dalla madre, tutore e custode della salute psico-fisica di colei che lo ha messo al mondo. Il tema del ricordo e della memoria assumono allora una duplice valenza: da una parte rappresentano l’inafferrabile, dall’altra, nel momento del bisogno, diventano una risorsa: “I ricordi sono potenti” assicura la Scimmia a Kubo, allacciandogli un  bracciale fatto con un capello di sua madre. Anche il successivo incontro con il Samurai Scarabeo, che si rivelerà essere suo padre, suggerisce quanto l’amnesia indotta dalla famiglia del Re Luna lo porti a dimenticare le sue abilità di grande guerriero. Nel combattimento finale tra l’ormai solo Kubo e il malvagio nonno Re Luna, risuona chiara l’espressione vincente del giovane eroe: “È nei miei ricordi il più potente genere di magia che ci sia” premendo il plettro con tutto il suo potere sulle tre corde dello shamisen (che rappresentano la triade: padre, madre e Kubo). Infine, il giovane samurai ci mostra una preziosa lezione d’amore: al posto dell’attesa vendetta, dopo aver annullato con la magia la memoria malvagia del nonno, insieme alla comunità, dona all’anziano che ne resta, un nuovo passato,  una nuova memoria, un’opportunità di cambiamento e di felicità.

I simboli

Un simbolo estetico molto evidente nel film incarnato dallo smemorato scarabeo-samurai è un particolare coleottero molto ammirato in Giappone: il cervo volante, in giapponese, kabuto. Ad esso si ispira non solo l’elmo dell’armatura del samurai Hanzo, ma anche gran parte della produzione di armature samuraiche giapponesi dell’ epoca medievale. Un dettaglio che si riscontra più recentemente nei personaggi robot di anime come Mazinger e Daltanius, per citarne alcuni. Attualmente allevare in casa un kabuto, cioè un vero cervo volante, rappresenta un desiderio di milioni di bambini giapponesi.

Un ruolo importante nello svolgersi delle vicende è rivestito dalla scimmia (saru in giapponese), che Kubo chiama “Signor Scimmia” ,quando è sotto forma di amuleto, in segno di rispetto. Questo animale riveste nella cultura nipponica varie valenze: protagonista di vari racconti, nella religione scintoista incarna varie divinità, è presente nell’oroscopo cinese tra gli animali simbolici e nel film suggerisce il tramite tra l’umano e il divino nel momento in cui la madre dell’eroe, figlia del Re Luna, abbandona il suo corpo per diventare la guida di Kubo alla ricerca dei tre simboli, dando vita al suo amuleto. Anche nell’arte sacra si trovano varie rappresentazioni di scimmie, in particolare con cavalli, poiché è credenza che ne siano protettrici.

Le onde

Non si può non menzionare, in ultimo, la suggestione che si prova soprattutto durante scena iniziale del film, di fronte alla minuscola barca in mare data per spacciata nella furia dell’uragano notturno. Viene in nostro aiuto l‘evocazione dell’estetica kantiana nella definizione del senso del sublime: proviamo insicurezza nell’assistere ad una forza senza il limite del suo furore, quella delle onde, che oltrepassa la ragione e che porta l’uomo a riconosce il pieno potere della natura. Ad omaggiare il Giappone e la sua arte in tali raffigurazioni è il chiaro riferimento allo stile Ukiyo-e con le sue rappresentazioni del mondo fluttuante e soprattutto ai suoi maestri: Hokusai, Utamaro e Hiroshige. Basti pensare che nell’Ottocento, anche artisti europei come Monet, Manet e Van Gogh, siano stati catturati dalla bellezza di queste immagini tradotte in stampe e che, per dirla tutta, pongono le basi per il successivo sviluppo della tecnica dei manga (fumetti) e in seguito degli anime (cartoni animati).

Gli origami

La grande magia di cui Kubo è portatore, si rivela inizialmente nell’arte di animare gli origami. Essi gli parlano di notte, quando la madre sogna, lo svegliano la mattina, frusciando lievemente accanto a lui ma, soprattutto, diventano lo strumento con il quale esprimere il suo pensiero e dare vita alle storie di cui sono protagonisti.

Carta viva che riesce ad emozionare, scherzare, a diventare sangue, fuoco, lama, piuma vento ali… un’arma pacifica, innocua ma dal grande potere.

Origami è una parola giapponese che letteralmente significa “piegare la carta” ed è proprio in Giappone che nasce quest’arte. Nel film si può notare come i fogli non siano di un colore omogeneo, ma con delle tessiture date da puntini più scuri. Il motivo è dato dal fatto che in Giappone, vi siano molti tipi di carta, lavorati a mano, con una tecnica che inizialmente (VII secolo) fu ripresa dalla vicina Cina, che prevedeva l’uso delle foglie di gelso. Forse è d’uopo notare che i bambini del Sol Levante ancora oggi apprendano a scuola l’arte dell’ origami, poiché essa rappresenta anche una disciplina scolastica (si pensi, ad esempio, all’acquisizione della manualità e alla capacità di concentrazione che può favorire).

Spunti didattici

1. Kubo racconta storie epiche del suo passato. E tu, hai una storia preferita, una storia a cui ti ispiri per trovare coraggio e forza nei momenti difficili? In quale personaggio della tua storia ti identifichi? Quali sono le tue risorse nella storia?
2. Andiamo a ricercare le influenze dell’arte giapponese negli artisti  occidentali Monet, Manet, Van Gogh. Quali elementi d’ispirazione orientale troviamo?
3. Leggi e prova a riflettere sulle immagini che evoca la seguente poesia (haiku). Poi imparala a memoria e ad illustrala come la senti.
   
   Le nubi di tanto in tanto
   ci danno riposo
   Mentre guardiamo la luna
   Matsuo Bashō
   (1644-1694)
   
   
4. La carta, sotto forma di origami, è protagonista delle storie di Kubo. Prova  a documentarti sulla storia della carta in Occidente, dalle sue origini ad oggi.
5. Ricorda tra le scene conclusive, la battaglia tra Kubo e il Re Luna: Kubo ha dimostrato molto coraggio. Sapresti scrivere su un foglio la definizione di coraggio? Scegli un colore che reputi adatto per scrivere il tuo pensiero,  utilizza il carattere che preferisci e la carta che ti piace di più. Confrontati alla fine con i tuoi compagni.
6. Prova a colorare l’ideogramma giapponese SAMURAI. Il suo significato è colui che sta accanto a chi serve, inteso, a servizio del suo padrone. Puoi usare l’inchiostro oppure la tempera e i pennelli. Prova anche a copiarlo. ALLEGATO 1
7. Le onde del mare sono anche un elemento decorativo di carta e tessuti. Provate a riempire lo spazio, ognuno sul proprio foglio di carta di forma quadrata disegnando le onde del mare con la texture che preferite utilizzando lo stesso colore. Assemblate poi insieme tutti i pezzi. Esempi nell’ALLEGATO 2
8. Prova a riprodurre con la tecnica dell’origami il KABUTO, l’elmo del Samurai. Usa un foglio di carta quadrato ed segui i passaggi. ALLEGATO 3
9. Colora il samurai e/o la donna giapponese. ALLEGATO 4

Allegato 1

Allegato 2

Allegato 3

Allegato 4